Mika Ahola nasce nel 1974 ad Hämeenlinna in Finlandia, terra di motori. Esordisce nel 1993 e fino al 2011 si porta a casa ben 5 Campionati del Mondo Enduro e 6 ori alla Six Days. Nel pieno della sua forma lascia la HM Honda Zanardo con cui ha ottenuto le migliori vittorie e dopo qualche tempo arriva l’annuncio che avrebbe lasciato le competizioni per dedicarsi alla famiglia. Nessuno se l’aspettava.
A dicembre esegue dei test per la Jotagas, un nuovo marchio al debutto nel Mondiale Enduro. Cade. I piloti di un certo livello non cadono come noi comuni mortali. Quando cadono, cadono bene. Una caduta come tante, come ce ne sono nella carriera di ogni pilota, ma questa volta è diverso. Dopo tre settimane Mika Ahola scompare in una clinica a Barcellona, a causa di lesioni interne non diagnosticate dopo l’incidente. Gelo. Il mondo del motociclismo fuoristrada resta sconvolto. Alcuni dibattono su di chi sia la colpa ma questo non cambia niente. L’esempio di professionalità e sportività del motociclismo fuoristrada, l’idolo enduristico degli anni 2000 non c’è più.
Chi lo conosce più da vicino potrebbe raccontarvi di più: io purtroppo non ho avuto l’occasione di stringergli la mano. Ma l’ho visto correre. E quando vedi correre Mika Ahola ti chiedi come faccia un umano ad andare così forte con una moto. Incredibile.
Mika Ahola è sempre stato il mio pilota preferito, vuoi perchè era un Campione completo, vuoi perchè aveva una guida pulita e precisa, vuoi perchè quando sono in sella mi sentivo un po’ Ahola. Per quello ho i capelli lunghi anch’io. Ed in effetti è l’unica cosa che riesco ad imitare di Mika.
Nel gennaio 2013, al primo anniversario della sua scomparsa, un folto gruppo di appassionati tra cui il MMVV ha deciso di rendere onore a Mika Ahola ponendo una targa su un sentiero nel cividalese divenuto meta di pellegrinaggi da parte degli enduristi, con l’autorizzazione del Comune di Sanguarzo, vicino Cividale del Friuli, e con la benedizione e preghiera del Monsignor Bruno Baccino. Nel 2014 venne organizzata la prima ricorrenza, facendo visita al monumento. Nel 2015… la sorpresa.
Qualcuno ha deturpato il luogo della memoria. La targa è stata strappata dalla roccia ed al suo posto è stato scritto “NO MOTO”. Sarebbe ridicolo che questo malfattore sia anche un naturalista, visto che ha imbrattato la natura con una bomboletta spray. Qualche codardo ha voluto rovinare così il luogo dedicato ad un uomo esempio per tutti gli appassionati della natura e dello sport fuoristrada.
Che testa di cazzo. Ops, l’ho scritto…
Come al solito il colpevole non verrà trovato, come accade sempre per chi mette vetri o chiodi, oppure (cosa peggiore) tende cavi di acciaio sui sentieri. Mi piace immaginarlo mentre sta in salotto, a crogiolarsi nel calduccio della sua poltrona con una tazza di tè tra le mani, guardando la targa di Mika appoggiata sul caminetto sorridente e soddisfatto della bravata appena compiuta. Poi mi piace immaginare che il tè gli vada di traverso.
Certe persone possono non condividere le moto sui sentieri, forse a causa di alcuni “falsi enduristi” che i sentieri si rovinano davvero, e come sappiamo ne basta uno per penalizzare tutta la categoria degli appassionati. Ma il gesto compiuto non è giustificabile, visto che più che altro è una mancanza di rispetto.
Caro Sig. Colpevole, non so se leggerai questo articolo, ma è un po’ come se qualcuno dovesse togliere il nome dalla tua lapide e scriverci a bomboletta “NO IDIOTI”. Ti sembra carino?
Fatto sta che alla fine poco conta chi sia stato o se si pentirà del gesto. Mika Ahola resterà sempre nei cuori degli appassionati e di quelli che lo hanno conosciuto meglio, con o senza targa.
Non ho parole… non esiste un aggettivo per descrivere un gesto simile
Veramente na vergogna di gente sti stro . . .
Quando sento c,erte cose vorrei non esistesse il genere umano . Non ci sono parole .
Questo può essere solo un grande testa di cazzo…..questa volta si può dire!!!!!!
Ragazzi, non ci crederete, ma abbiamo avuto un riscontro INTERNAZIONALE! Mi ha contattato NIENTEPOPODIMENO che il gestore del blog http://www.enduro21.com per pubblicare il mio articolo!
STICA!
Bravo, hai fatto bene a divulgare anche fuori regione cio che e’ accaduto,
Non siamo Noi Enduristi a dover nasconderci o scappare