FIM ISDE 2015: A Košice il Friuli c’era. O meglio, c’era Lorenzo Macoritto a questa International Six Days Enduro 2015 tenutasi in Slovacchia, ma il Friuli da qui o da bordo PS faceva il tifo per lui e la sua squadra.
Infatti in rappresentanza del Team Moto Club Italia, quest’anno sono stati convocati il siciliano Ivan Coniglio, il veneto Andrea Verona e appunto il friulano Lorenzo Macoritto Sandanielese Doc. Sebbene la categoria dei Club non sia una categoria ufficiale come i World Team, gli Junior o le Woman, spesso è composta da squadre di piloti di livello, che strappano tempi di rilievo anche se paragonati ai tempi delle altre categorie.
Certo non solo Macoritto e Verona hanno rappresentato il nostro Triveneto nella Repubblica Slovacca. Numerosi i team composti da piloti del panorama enduro friulano e Veneto: il Motoclub Albatros con Marconato-Consonni-Zoppas, il Motoclub Ardosa con Xausa e Rebellato Daniele ed Eric (il quale si porta a casa anche un 8° di classe a fine ISDE!), il Motoclub Treviso con Baldacchini-Berto-Klancnik, il Motoclub Scuderia Dolomiti con Cuoghi-Dal Pos-Ingrassi ed il Motoclub Manzano con Morelli-Novello-Zanardo. un vero peccato che la categoria dei Club sia sempre lasciata in disparte rispetto alle categorie ufficiali.
Per chi ancora non la conosce la ISDE Six Days è per molti “la Mecca” dell’endurista, la gara enduro più lunga al mondo, la gara che ogni vero pilota deve fare almeno una volta nella vita. Sei giorni non-stop di controlli orari tiratissimi e di prove speciali lunghe e tecniche che nelle giornate in programma si scavano all’inverosimile sotto le ruote di più di 700 piloti partenti. Un evento per il quale ci si allena anni e che mette a dura prova piloti e moto. Chi lo sottovaluta è destinato a ritornare a casa con la coda tra le gambe, devastato dallo sforzo fisico (perlomeno se non si ritira già al DAY 2). Per tanti l’obiettivo è anche solo quello di avervi partecipato ed averla conclusa. Chi l’ha fatto rientra in patria segnato dalle fatiche di una settimana di tasselli e polvere, che quasi quasi gli vien voglia di vendere l’enduro e comprarsi un Harley. O magari gli vien voglia di prepararsi per rifarla l’anno successivo. Gente matta, questi enduristi.
Molti friulani appassionati seguono ogni anno la FIM ISDE Six Days, ma quest’anno ci sentivamo un po’ tutti a bordo pista con Lorenzo in campo. Già dalla prima giornata il trio Macoritto-Verona-Coniglio ha fatto vedere di che pasta è fatto, mettendo a tacere gente che sa di avere la sua esperienza nella ISDE. Dopo una prima giornata spettacolare (primi tra i Club!) molti avranno pensato che l’exploit si sarebbe fatto sentire nei giorni successivi, ed invece no. Il secondo giorno restano nel quintetto di testa dei Club ottenendo ottimi risultati individuali. Purtroppo il terzo giorno un problema alla moto di Ivan Coniglio ha tolto ogni speranza di allori per la squadra, un vero peccato. Il giorno dopo si riparte ma un nuovo problema colpisce questa volta proprio la moto di Lorenzo, il quale perde posizioni nella classifica individuale allontanandosi dal podio finale. Nel quinto giorno di nuovo ottimi risultati, ma purtroppo non c’è tempo e possibilità di recuperare il divario dai primi. Il DAY 6, l’ultimo giorno della ISDE Six Days, è dedicato al “relax” con la manche in pista da motocross. I piloti si scontrano nelle batterie finali in un avvincente spettacolo per il pubblico e Lorenzo si fa notare con un 1° posto di giornata tra i Club e 3° come tempi tra tutti gli italiani partecipanti all’ISDE. Coniglio, crossista di origine, chiude al 12° e Verona al 18° di classe nella giornata.
Il conto finale di tutte le giornate di gara è con Andrea Verona al 9° posto di classe C1, Lorenzo Macoritto al 17° con quei 14 minuti di penalità nel DAY 4 e Ivan Coniglio solo al 66° a causa di quel maledetto tempo imposto per il ritiro nella DAY 3. Solamente togliendo i ritardi avrebbero concluso tutti e tre nei primi 10 della classe. Certo, coi “se” e coi “ma” non si vince, ma è innegabile che abbiano ottenuto risultati di rilievo in questa ISDE Six Days.
Quello che colpisce di più è la “testa” che ci hanno messo. L’impetuosità classica della gioventù ha lasciato spazio a concentrazione e intelligenza, dimostrazione del fatto che hanno saputo gestire fatica e moto per tutti sei giorni di gara. Fantastico. Ci auguriamo che sia un buon inizio per tutti e tre nel panorama internazionale. Le basi, a quanto pare, ci sono.