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Hell's Gate 2009 – Blazusiak ripete l'impresa

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(tratto da www.hellsgate.it)

«Ma sarà possibile farla più bella?»

Questa era la domanda che si era posto lo scorso anno Fabio Fasola dopo una quinta edizione assolutamente spettacolare. A giudizio di piloti, pubblico ed addetti ai lavori, la Hell’s Gate versione ’08 era apparsa già come una creazione eccezionale, dal copione pressoché perfetto.
Fare qualcosa di ancor meglio rappresentava certamente un traguardo ambizioso, un bersaglio alla portata solo di “gente veramente brava!” Ma Fabio ci ha rimuginato a lungo, un anno intero, e con l’aiuto di uno staff formidabile ha sfornato un vero capolavoro assoluto.
Come già annunciato prima del via non c’è stato nessun stravolgimento, ma una sapiente reinterpretazione degli ingredienti conosciuti con l’aggiunta di una manciata di nuovi passaggi dal solido contenuto tecnico.
Non è mancato l’ormai mitico transito nel Salamandra Creek, che, come consuetudine, i piloti hanno percorso in senso inverso nelle due fasi della gara, né la spettacolare Cascata, delizia per i tantissimi spettatori presenti e tormento per quasi tutti i partecipanti. A questi sono state aggiunte le nuove invenzioni di Fabio & C. : qualche “salitella” veramente aspra, un fosso da regolaristi vecchio stampo…. ed altri “spiccioli”.
E, poiché la fortuna aiuta chi osa, a completare il quadro perfetto ci si sono messe anche le condizioni meteo: sole in buona quantità, accompagnato, soprattutto nelle prime ore del mattino, da un freddo da staccare le orecchie! Temperature che, dopo essere scese a -7 nella notte, hanno fatto alzare la colonnina del termometro sopra lo zero solo qualche ora dopo l’alba; quindi ghiaccio in quantità lungo il percorso, e terreno ingannatore ad ogni angolo.
Con tutto questo, e con un macchina organizzativa a pieno regime, la Hell’s Gate 2009 ha fatto centro: ha spinto ciascun partecipante ad azzardare ben oltre le proprie energie, ed esaltato gli spettatori; questi ultimi, come tradizione consolidata, hanno organizzato nei punti più crudeli la benefica confraternita del traino: veri e propri “rimorchiatori umani” muniti di corde e guanti da lavoro, che con uno sforzo corale hanno traghettato tutti gli eroi al di là dell’impossibile!

Il più grande degli eroi è stato ancora un formidabile Taddy Blazusiak che ha raggiunto il trionfo sulla vetta Hell’s Peak con un vantaggio di otto minuti sul coriaceo ed altrettanto determinato Alessandro Botturi.
La partita si è accesa subito dal mattino, nella frazione eliminatoria: mentre i primi raggi di sole iniziavano a riscaldare i rilievi del Ciocco, i riscontri cronometrici della prima prova speciale hanno raccontato di un tempo strepitoso di Blazusiak. Un transito di 9’40” al quale il connazionale Oblucki ha risposto da lontano con un 10”01”. Qualche secondo più in là, Jarvis si è preso il terzo posto della speciale, e quarto si è proposto il “Bottu” nazionale con 10’11”
Al secondo passaggio Taddy ci ha riprovato, rimettendo sul piatto la sua giocata un po’ meno pesante della precedente: un tempo di 10’02” al quale ha risposto l’inglese Sagar con dieci secondi di distacco e poi Botturi a 12 secondi. Appena dopo c’era il trialista dodici volte mondiale Lampkin con un 10’22” e rotti: davvero niente male!
Al terzo giro si è fatto avanti Botturi: con un 10’07” abbondanti ha proposto subito la sua volontà di essere protagonista di punta (ed i fatti successivi gli daranno ragione!). Il tempo del pilota bresciano si è rivelato il migliore del terzo passaggio: Blasuziak si è messo in coda per un soffio, con quarantuno centesimi di distacco. Terzo della speciale, a tre secondi Oblucki. Quarto Jarvis, quinto Sagar, sesto l’ottimo Gerini e poi Lampkin.

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È venuto quindi il momento di tirare le somme della fase di qualificazione! La frazione del mattino ha calato la mannaia sui concorrenti classificati oltre il trentesimo posto, ma l’attenzione si è concentrata ovviamente sulla zona alta della classifica: in testa Taddy Blasuziak, seguito da Botturi a 43”, poi Oblucki a 50”, Jarvis e Sagar, entrambi a circa un minuto. E poi Dougie Lampkin, a 1’41” e l’alfiere ella BMW Andrea Lettenbichler 2’31”.

Schierati in griglia di partenza sul breve tratto d’asfalto che, ormai tradizionalmente, è la pista di lancio della seconda frazione della Hell’s Gate, i trenta migliori sono quindi scattati alle 15.30 verso la contesa più nobile: miraggio per tanti, sogno che diventa realtà per pochi eletti, il dente impossibile della Hell’s Peak si è riproposto ancora una volta nelle menti di piloti temerari…

Il primo giro della contesa pomeridiana propone subito un colpo di scena: Bartosz Oblucki, scivolato nelle prime ore del mattino su una lastra di ghiaccio è tormentato dal dolore ad una mano già infortunata; in breve tempo è costretto ad abbandonare.
Blazusiak, che pure ha riportato un colpo ad un polso per una caduta, comanda la gara inseguito però da vicino da Botturi. Dietro di loro si porta Lampkin, poi Jarvis e Sagar.

Tra il secondo ed il terzo giro Botturi passa all’attacco e va in testa. Blazusiak non molla ed accelera di nuovo. Al terzo passaggio il pilota polacco è di nuovo primo e si allontana da Botturi. Il più vicino è ancora Lampkin che intanto accelera….

Quando scende il buio l’attesa diventa frenetica: sono in tanti ad aspettare Botturi sulla salita dell’Hell’s Peak. Ma il primo faro a tagliare la notte è quello di Blasuziak che subito viene “agganciato” dal pubblico e trascinato sul podio degli dei. Passano i minuti, circa otto, ed arriva anche la KTM di Botturi: avvolto da un’ovazione viene sollevato in trionfo in cima alla salita, fino al cospetto di patron Fabio Fasola che saluta felice il miglior pilota italiano mai piazzato alla Hell’s Gate! Quattro minuti dopo arriva il trialista, ormai consacrato endurista, Dougie Lampkin, autore di una bella rimonta.
Poi arrivano nell’ordine Jarvis (a 18 minuti dal primo), Sagar (+20), Andreas Lettenbichler (+23) e Piero Sembenini (+29).
La favola della Hell’s Gate si è compiuta un’altra volta! Questa volta sono sette i cavalieri eroici che hanno realizzato l’impresa!


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